Nel 2004 una spedizione del National Geographic ha identificato le 5 aree del mondo caratterizzate dalla maggior presenza di ultracentenari (Loma Linda, Stati Uniti; Nicoya, Costa Rica; Sardegna, Italia; Ikaria, Grecia; Okinawa, Giappone). Una volta delimitate, queste aree sono state attentamente studiate da team multidisciplinari allora scopo di spiegare scientificamente le cause dell’insolita longevità (pare che la speranza di vita sia determinata per l’80% dallo stile di vita e soltanto per il 20% dalla genetica).
Sono state così individuate specifiche caratteristiche dello stile di vita condivise dai residenti delle Blue Zones.

Tra queste:

- Attività fisica -> per la precisione attività fisica non strutturata. Le persone in questione non frequentano palestre o corrono maratone, ma svolgono attività fisica “naturale” (camminano, badano alla casa e al giardino, svolgono lavori manuali).

- Abbassamento dello stress -> gli abitanti delle Blue Zones si ritagliano piccoli spazi nella giornata per dissipare lo stress che viene accumulano (pregano, dormono, meditano,…). Lo stress infatti contribuisce allo stato infiammatorio dell’organismo (l’infiammazione è associata alle più diffuse patologie croniche).

- Valorizzazione dei rapporti interpersonali e gruppo di appartenenza -> non solo nelle Blue Zones viene data grande importanza agli affetti, ma le persone più longeve scelgono o sono cresciute in contesti sociali che valorizzano uno stile di vita sano (sempre per il discorso “le abitudini alimentari del bambino permangono nell’adulto”, è stato dimostrato che l’abitudine al tabagismo, la tendenza all’obesità e addirittura quella alla felicità sono “contagiose”).



Ulteriori caratteristiche dello stile di vita condivise dai residenti delle Blue Zones:

- Alimentazione moderata -> gli ultracentenari si alzano da tavola quando il loro stomaco è pieno all’80% (avete presente le cene agli all-you-can-eat o la sensazione di catalessi dopo il pranzo della domenica? Ecco, tutto il contrario).
- Qualità dell’alimentazione -> vengono prediletti cibi poco trasformati caratterizzati da elevato contenuto nutrizionale e bassa densità energetica. E qui non si scappa, l’alimentazione è basata su prodotti vegetali (verdura, frutta, legumi, cereali integrali, grassi di origine vegetale), la carne infatti viene consumata circa 1 volta a settimana, pesce e latticini sono assunti in quantità moderata (vedremo cosa vuol dire nella pratica), zuccheri semplici (aggiunti) e grassi saturi sono rari.

E l’alcool? Tralasciando gli Avventisti, che non consumano alcool per motivi religiosi, gli abitanti delle Blue Zones ne fanno un uso piuttosto regolare. Questo non significa che bere alcool sia più salutare che essere astemi, vuole dire invece che c’è una differenza abissale tra bere 1 Unità Alcolica (125 ml di vino) durante il pasto tutti i giorni e bere 1 litro di birra più svariati cocktail una volta a settimana a stomaco vuoto.

Nonostante ciò che si possa pensare, la cosa veramente interessante delle Blue Zones non è l’alta presenza di ultracentenari. È il fatto che queste persone arrivino in età avanzata liberi da patologie croniche (fidatevi, non è poco).
Nel mondo della sanità oggi infatti si parla sempre meno di “speranza di vita” e sempre più di “speranza di vita IN SALUTE”.